L’alimentazione nei bambini: gli zuccheri e il latte

In una società sottoposta a numerose pubblicità alimentari e a opinioni sempre più contrastanti sull’argomento “alimentazione nei bambini”, la confusione che ne deriva è del tutto naturale.

Gli zuccheri fanno male ai bambini?

Come accade con un eccesso di proteine, anche con l’eccesso di zuccheri si ha una maggiore probabilità che i nostri bambini diventino adulti obesi o con problemi di salute. Gli alimenti che vengono propinati ai bambini, come cereali, merendine e succhi di frutta, sono in realtà cibi ad alto indice glicemico per via dell’eccessivo quantitativo di zucchero presente al loro interno.

Ad esempio, una colazione ad alto indice glicemico porta a una maggiore produzione di insulina sul momento che, nel giro di una o due ore, porterà a un abbassamento della glicemia e un incremento della fame. La fame che si innescherà, però, sarà una fame di cibi non salutari.

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Gli zuccheri, inoltre, stimolano la dopamina, un trasmettitore che provoca senso di gratificazione. Con il tempo si diventa più resistenti al rilascio della dopamina e il nostro organismo richiederà una maggiore assunzione di zuccheri per ottenere gli stessi risultati di gratificazione. Appare chiaro come, in questo modo, il passo verso l’obesità sia breve.

ADHD, uno dei rischi per la salute dei bambini

Un eccesso di zuccheri, inoltre, porta all’ADHD (attention deficit and hyperactivity disease), ovvero l’iperattività e la scarsa concentrazione nei bambini. I bambini che soffrono di ADHD, dunque, sono bambini che, in fin dei conti, non mangiano bene.

Inoltre, se l’eccesso di zuccheri e il conseguente picco glicemico porta, come detto prima, a un abbassamento della glicemia o ipoglicemia, questa, a sua volta, provoca attacchi di nervosismo e stress che si aggiungono all’iperattività e alla scarsa concentrazione.

Come ridurre gli zuccheri nell’alimentazione dei bambini?

Anche qui la soluzione non deve essere drastica. Il primo passo da compiere è leggere sempre le etichette dei cibi che acquistiamo, preferire i cibi senza zucchero o, nel peggiore dei casi, quelli in cui lo zucchero non è presente tra i primi elementi elencati.

Ma la soluzione che può dare risultati a lungo termine è abituare i bambini sin dai primi anni di età ai cibi semplici e non industriali, al gusto del dolce legato alla frutta, al miele, al pane. In questo modo la loro educazione alimentare già nei primi anni li porterà ad essere meno attratti da alimenti industriali e poco salutari.

Questa soluzione, in realtà, va di pari passo con un’altra che forse sta alla base di una buona e corretta alimentazione impartita ai bambini: prima di correggere le abitudini alimentari dei nostri bambini, dovremmo correggere le nostre. In fin dei conti il primo esempio proviene proprio da noi, e se impariamo a mangiare meglio, a fare attenzione ai cibi comprati al supermercato e, soprattutto, se acquistiamo una maggiore consapevolezza sui cibi e i loro nutrienti, le nostre abitudini diventeranno il miglior esempio da dare.

Colazioni a basso indice glicemico ma nutrienti

Cereali ricchi di zucchero, succhi di frutta e merendine confezionate, sono il peggior alleato dei bambini perché, come detto prima, innalzano troppo i livelli glicemici per poi abbassarli in breve tempo. A questi prodotti possiamo sostituire del latte di mandorla, del pane integrale tostato con del miele, della frutta secca o della frutta fresca, dei fiocchi d’avena, o un buon dolce preparato con ingredienti scelti accuratamente.

Se il mattino ha l’oro in bocca, lo stesso vale per la prima colazione in età così giovane.

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Il latte: è davvero essenziale per il calcio?

Da anni ormai si cresce con l’idea che il latte e i formaggi siano importanti per l’assunzione di calcio. In realtà le cose non stanno esattamente così.

Se un eccesso di proteine, ad esempio, sottraendo calcio alle ossa, aumenta l’osteoporosi, l’assunzione delle dosi raccomandate di latte e formaggi non migliora né peggiora l’osteoporosi.

In realtà, se da latte e formaggi proviene una buona fonte di potassio, allo stesso tempo proviene un altrettanto fonte di grassi saturi che incideranno negativamente sulla salute dell’individuo, piccolo o grande che sia.

Questo accade anche perché il latte che si beve adesso è estremamente diverso dal latte che si beveva un tempo, in quanto più ricco di grassi saturi in seguito all’alimentazione modificata delle mucche. Anche qui, quindi, vale la regola di non esagerare mai con le quantità soltanto perché pensiamo che possa far bene alla nostra salute, ma anzi «la prima regola per prevenire le fratture osteoporotiche è ridurre la carne e aumentare le verdure, non aumentare latte e formaggi»1 che, ricordiamolo, oltre ad essere ricchi di grassi saturi sono anche ricchi di proteine.

 

1Franco Berrino, Il cibo dell’uomo, Milano, Franco Angeli, 2016, p. 297

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