Come combattere il diabete mellito

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Responsabile di questo aumento è un difetto, assoluto o relativo, di un ormone, l’insulina, che normalmente permette l’entrata del glucosio nelle cellule.

Tutti gli zuccheri semplici e complessi (amidi), che vengono assunti con l’alimentazione, sono trasformati nel corso della digestione in glucosio, il quale rappresenta la principale fonte di energia per i muscoli e gli organi.

Affinché il glucosio possa fare il suo ingresso nelle cellule ed essere utilizzato come “carburante”, è necessaria la presenza dell’insulina.

Quando l’insulina è prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas o le cellule non rispondono più ad essa, i livelli di glucosio nel sangue si alzano provocando quella che viene chiamata iperglicemia. La diagnosi di diabete è certa quando si ha la positività di almeno due dei seguenti criteri:

  • valore di glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata
  • glicemia a digiuno (da almeno 8 ore) > 126 mg/dl
  • glicemia dopo due ore dal pasto o con un carico di glucosio di 75g : > 200 mg/dl

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Conoscere la classificazione del diabete

Diabete di tipo 1

Questo tipo di diabete o insulino-dipendente, è caratterizzato  da una pressocchè assoluta deficienza di secrezione insulinica dovuta alla distruzione autoimmunitaria delle cellule beta del pancreas. Può succedere in soggetti geneticamente predisposti soprattutto nell’età giovanile.

Diabete di tipo 2

Questo genere di diabete invece, costituisce il 90/95% di tutti i casi di diabete, esordisce per lo più dopo i 50 anni e raramente nei giovani. È caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina per soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino-resistenza).

Quali cause provocano l'insorgenza del diabete

Le cause alla base dell’insorgenza della malattia vanno generalmente ricercate in fattori ereditari ed ambientali anche se il fattore di trasmissione ereditario non è ancora stato ben chiarito. La vita sedentaria, lo stress e alcune malattie ricadono nell’elenco dei fattori ambientali scatenanti. Anche l’età gioca il suo ruolo: l’invecchiamento dell’organismo si riflette sulla funzionalità di tutti gli organi, non ultimo il pancreas che, invecchiando, non è più in grado di rispondere prontamente alla richiesta di insulina ricevuta.

Quali sono i fatto di rischio per il diabete

Non bisogna sottovalutare alcuni fattori di rischio che rendono alcune persone più predisposte di altre a sviluppare il diabete di tipo 2.

I principali fattori di rischio sono:

  • Obesità (BMI maggiore o uguale a 30 kg/m2 per il DM2)
  • Inattività fisica
  • Ipertensione (pressione maggiore o uguale a 140/90 mmHg)
  • Colesterolo HDL (minore o uguale a 35 mg/dl)
  • Trigliceridi (maggiori o uguali a 250 mg/dl)

Purtroppo capita spesso che la diagnosi di questa forma di diabete venga riscontrata tardivamente (mesi o anni) e, per questo motivo, è facile riscontrare al momento della diagnosi la presenza di complicanze in stato avanzato.

Quali sono i sintomi del diabete

Alcuni dei sintomi tipi del diabete di tipo 2 sono:

  • sensazione di stanchezza
  • frequente bisogno di urinare anche nelle ore notturne
  • sete inusuale
  • perdita di peso improvvisa e immotivata
  • visione offuscata e lenta guarigione delle ferite

Cosa è il diabete gestazionale

E’ il diabete che si manifesta durante la gravidanza, generalmente nella seconda metà, può regredire dopo il parto.

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Terapia dietetica del diabetico

L’approccio terapeutico comprende interventi farmacologici e non farmacologici necessari per prevenire e correggere fattori di aggravamento come alterazione del profilo lipidico (displipidemia), ipertensione, sedentarietà, obesità, ecc.

La terapia dietetica è fondamentale in tutti i diabetici ed alcune volte è sufficiente per la cura di pazienti di tipo 2. Ma niente paura, la dieta dovrà, nei limiti del possibile, essere varia, gradevole, rispettosa delle preferenze del paziente e adeguata agli orari e alle modalità della sua vita lavorativa ed extralavorativa. La razione calorica viene stabilita in base al fabbisogno calorico del paziente.

La percentuale di glucidi (zuccheri), lipidi, proteine e fibre varia da paziente a paziente ed in base alle necessità nutrizionali. Per quanto riguarda i gludici, vanno privilegiati quelli complessi (legumi, pasta, riso) rispetto a quelli semplici della frutta e dei dolci, di quest’ultimi né è consentita l’assunzione sporadicamente.

Cibi preferiti per diabetici

Non esistono degli alimenti dannosi o pericolosi per il diabetico, ma alimenti che è consigliabile preferire o evitare. Alimenti da preferire sono quelli a basso potere aterogeno (carne di coniglio o pollame senza pelle, carne magra di manzo o vitello, pesci magri, pesci grassi ma con elevate quantità di acidi grassi polinsaturi omega-3, formaggi a basso contenuto di grassi, latte e yogurt magri, torte e biscotti senza burro e panna) e a basso indice glicemico ( pasta e pane integrale, pasta cotta al dente, pane di segale, orzo perlato, legumi secchi, verdura, frutta non molto matura ecc.).

Quali alimenti evitare in presenza di diabete

Alimenti da evitare o limitare: alimenti ad elevato potere aterogeno (latte intero, burro, panna, creme, budini, maionese, olio di palma, dolci confezionati, cibi fritti, gelati grassi, carne e pesci grassi, molluschi, crostacei, insaccati grassi ecc.) ed ad elevato indice glicemico (patate, riso soffiato, miele, corn-flakes, riso bianco, pane bianco, pasta molto cotta, zucchero da cucina bevande e succhi di frutta zuccherati, frutta molto matura, carote ecc.).

Alimenti consentiti a piacere: acqua, tè, caffè, verdure per condimenti (sedano,aglio, cipolla, prezzemolo) insalata, limone, aceto, sottoaceti erbe ed aromi.

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